Cinque brevissimi punti sul testo ascoltato:
- L’universalità: L’introduzione merita attenzione: “durante la festa c’erano anche alcuni Greci”, con la comparsa de questi greci si affaccia all’orizzonte la futura chiesa dei gentili (una chiesa aperta come resa l’insegnamento del Papa). Il tempo della chiesa dei gentili è quella dopo la Pasqua, quando si dovrà credere in Gesù senza vederlo. E per questo Gesù rispose: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”
- La mediazione: Nel frattempo, i due discepoli galilei con nomi greci, Filippo e Andrea, riescono a far arrivare la richiesta dei greci a Gesù che per tutta risposta, parla della propria morte e glorificazione, e di nient’altro, a quanto risulta. I due avvenimenti devono verificarsi prima che si possa arrivare alla fede, nel senso pieno della parola di Gesù.
- Il vedere: L’evangelista contrappone qui “i farisei”, è cioè, gli eletti ai rappresentanti dei greci. Gli eletti fanno resistenza alla parola di Gesù, invece i non eletti esprimono curiosità nei suoi confronti. Dunque, “Vedere” Gesù nel vocabolario giovanneo, consiste in “credere”, avere una visione di fede. Solo a partire da qui si comprende l’ora della crocifissione di Gesù come anche quella della glorificazione.
- La testimonianza: Tuttavia, questa breve scena ha un significato simbolico: dopo la Pasqua si perviene a Gesù solo attraverso la testimonianza dei suoi discepoli, che l’hanno accompagnato nella sua missione terrena dall’inizio all’fine. I discepoli comprenderanno solo mediante la testimonianza dello Spirito.
- La liberazione: Sulla croce, in quanto luogo della morte, Gesù viene innalzato. Egli trarrà a sé tutti gli uomini, affinché abbiano parte alla vita. In modo definitivo l’amore di Dio è realmente rivolto al mondo, e che chiunque crede in lui è salvato. Così tutti gli uomini sono liberati da Gesù dal potere di peccato e morte sulla loro vita.