Ecco lo sposo! Andategli incontro!
Il brano evangelico apre con una formula di introduzione, il racconto ci narra la vicenda delle dieci ragazze invitate a nozze.
La storia segue tre momenti che si articolano gradualmente:
- La preparazione e l’attesa
- L’arrivo dello sposo nel cuore della notte
- L’inizio della festa di nozze.
Alla fine, troviamo l’applicazione pratica del racconto simbolico: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
La parabola è un racconto didattico, costruito per illustrare una realtà religiosa e inculcare alcuni atteggiamenti spirituali oppure chiama prendere certa attitudine di fronte al Regno dei cieli. È vero che si trovano molti elementi di valore simbolico ma ciò non esclude scoprire un messaggio globale.
Attira l’attenzione il contrasto tra i due gruppi di ragazze: le sagge sono ammesse e le stolte sono escusse. Questo modo di contrapporre è ricorrente in Matteo.
È presente il discernimento e il criterio di valutazione non è l’appartenenza al gruppo, ma la fedeltà attiva.
La storia delle dieci ragazze che vanno incontro allo sposo fa capire quali devono essere le condizioni dei discepoli o credenti perché il loro incontro definitivo con Gesù sia evento di salvezza e non di condanna. I discepoli con le fiaccole accese devono fare risplendere la luce davanti alle persone perché vedano le opere buone.
Non basta essere fra quelli che vano incontro al Signore e lo attendono.
Per questo l’olio di cui si parla è la fedeltà e perseveranza attiva dei discepoli. Della fedeltà nell’amore, che si traduce in una prassi di vita perseverante, si deve rispondere al Signore in prima persona.
Dunque, vigilare vuol dire essere pronti, essere pronti significa essere fedeli alla volontà del padre.
Questa è la saggezza cristiana attuare con perseveranza la volontà de Dio.
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